L’inquinamento atmosferico interferisce con il ciclo mestruale?

È di poche settimane fa la notizia dell’influenza dello smog su forma e dimensioni degli spermatozoi, in altri termini sulla fertilità maschile. Ora un altro studio si concentra sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sul ciclo mestruale femminile: l’esposizione al particolato durante l’adolescenza, soprattutto tra i 14 e i 18 anni, aumenterebbe, anche se di poco, la possibilità di averlo irregolare e il periodo di tempo necessario affinché diventi regolare.

La ricerca pubblicata sulla rivista Human Reproduction è stata condotta presso la Boston University School of Medicine. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 34.800 pazienti tratti dal Nurses’ Health Study, un vasto database, iniziato nel 1989, usato per indagare i fattori di rischio per alcune malattie croniche femminili. I dati su località di residenza e salute generale sono stati confrontati con quelli di esposizione al pulviscolo atmosferico.

INTERFERENZE ORMONALI. I risultati mostrano che per ogni 45 microgrammi (milionesimi di grammo) al metro cubo di aumento di particolato, le teenager corrono un rischio aumentato dell’8% di avere un ciclo irregolare (in Italia la soglia limite di particolato è fissata a 50 microgrammi al metro cubo, ma molto spesso si “sfora”: nell’ottobre 2017, in Pianura Padana siamo arrivati a 7 volte tanto, ossia quasi 350 µg al metro cubo).

Alti livelli di polveri sottili, ossia di sostanze inquinanti o non sospese nell’aria, correlano anche con più alti livelli di ormoni sessuali maschili. Dosi eccessive di questi ormoni nell’organismo femminile possono interferire con il ciclo mestruale. La ricerca suggerisce che lo smog abbia anche l’effetto di dilatare la fisiologica finestra di tempo che il ciclo impiega per diventare regolare.

UNA LUNGA LISTA. Lo smog è stato in passato collegato a condizioni come l’infertilità, la sindrome dell’ovaio policistico (un altro disturbo del sistema endocrino), problemi cardiovascolari e neurologici. Alcune sue componenti possono interferire con l’attività ormonale, ma il nuovo studio ha il merito di dimostrarne le conseguenze sul ciclo mestruale.

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